Un tempo dedicato mosso anche dallo slancio ideale e illusorio di trovare soluzioni alla qualità ambientale e civica. Lo slancio certamente andava oltre il possibile, anche perché alcune di queste idee apparivano di certo anticipatrici o provocatorie e per certi versi “utopie concrete”. Tali “utopie” sono anche documentate da un’ampia pubblicistica su quotidiani e riviste, al di là delle pubblicazioni scientifiche.
Tuttavia, per quanto riguarda i lavori di ricerca e di studio, successivamente pubblicati,
devo riconoscere che alcuni hanno avuto una certa ricaduta nella città (ricerche sulle devanture, spazi pedonali ecc)e in alcuni casi anche a livello internazionale (Tensostrutture a membrana)
Spazi pedonali, commercio, archeologia, tutte le ricerche volte alla loro riqualificazione e rigenerazione anche attraverso le tecnologie leggere (legno e membrane tensili) hanno segnato un mio ruolo nella comunità scientifica e per certi versi nella città fornendo concrete e stimolanti indicazioni anche per altri ricercatori.
Per le tensostrutture, poi, ho avuto più uno sviluppo da studioso internazionale che da realizzatore, se non per piccole esperienze costruttive. Questi esiti sono stati anche conseguenza della mia attività nell’Università che coniugava la ricerca con la didattica.
Infatti, buona parte delle mie ricerche e pubblicazioni sono frutto di collaborazioni con studiosi e del coinvolgimento degli studenti. Ho sempre cercato la partecipazione
con altri perché credo che sia una buona strategia di crescita. In tal senso, a mio avviso,le collaborazioni sono state utili ed efficaci e penso che lo siano state anche per gli altri.
Non sono mancati i miei contributi nel sociale, sia nel coinvolgere i cittadini in iniziative popolari, sia nel farmi coinvolgere in incarichi pubblici (PUT. Napoli, ecc), cercando di andare sempre oltre lo strettamente dovuto. Comunque devo anche ammettere che il dubbio mi è stato sempre compagno nel mio “fare”.
A rendere ancora più intenso e impegnato il lavoro è stata anche la mia attività artistica, in particolare, in questi ultimi anni, soddisfacendo così la mia iniziale formazione di scuola d’arte.
Ritengo che tanto impegno sia scaturito da una legittima ambizione di emergere, probabilmente dovuta al fatto di essere nato all’interno di una famiglia numerosa e semplice, nonché al desiderio di gratificarmi offrendo agli altri il mio contributo professionale.
Allora mi chiedo: sarà forse per questo? Comunque il tutto si è sempre svolto all’interno delle regole di legge e nell’ampia disponibilità verso gli altri.
Sono stato, in un primo tempo, un insofferente alle consuetudini sociali, poi decisamente di sinistra e laico, anche se a volte, elitari atteggiamenti dei partiti, che rappresentavano la sinistra, hanno dato il destro alle forze egotistiche, creandomi forti perplessità.
Certamente non sono un genio, né una “star”, ma un onesto e buon artigiano che porta avanti le sue molteplici attività con impegno e “curiositas”.
Infine, il mio totale coinvolgimento per il lavoro ha certamente influito anche sulla mia disordinata vita affettiva, della quale non saprei se rammaricarmi. Comunque sono pienamente soddisfatto dei miei due splendidi figli e dei primi deliziosi nipoti.
Grazie per avermi letto.

Na agg 07-02-2024